domenica 20 luglio 2008

Cantici di Thérèse

Sono andato a teatro.
No, non è pienamente esatto, detto così sembrerebbe che io sia una sorta di intellettuale il che è oggettivamente distante dalla realtà.
Diciamo che mi facevo bellamente i fattacci miei e ho avuto modo di essere invitato a vedere un opera teatrale o meglio di una lettura poetica tratta dai Cantici di Thérèse, che a: non ho mai sentito nominare i vita mia e b: non li ha mai sentiti nominare nemmeno google.
Un tipico caso di trappola da "vieni che ci serve pubblico".
Niente di che, un associuazione culturale, una stanza con due attori e uno sparuto numero di persone che assistiva allo spettacolo.
Cerco fermamente di convincermi anche in questo istante che i quattro gatti in sala indicassero che ho assistito ad una di quelle opere molto ricercate per cui tra dieci anni potrò dire dandomi un tono: "siiii, io li ho seguiti fin dall'inizio quando evano sconosciuti, mi hanno subito ispivato fovti emozioni, dovete sapeve cavi che poi ho conosciuto pevsonalmente l'autvice, una pevsona vevamente squisita, squiiiiisita" e cose così insomma.

I due attori (Lui vestito in nero come jet lee e lei come una figlia dei fiori albina) hanno iniziato leggendo poesie molto, molto complesse, non tanto per i termini che comunque erano ricercati, quanto per la struttura stessa del testo che sembrava non avere nè capo nè coda.
Dico sembrava perché sicuramente un senso ce l'aveva è solo che io non riuscivo a starci dietro. Da quel poco che ho afferrato la storia riguardava la vita di lei.
Leggono leggono e io ascolto ascolto aggrottando sempre di più la fronte ed in seguito benedicendo il fatto che fossi in ultima fila e che quindi la gente non potesse vedermi in faccia.
Fosse stato un fumetto qualcuno mi avrebbe disegnato un grande punto di domanda in bold sopra la testa.
Mentre leggevano lei intingeva le dita in una tempera rossa e se le passava in faccia, tanto che all'inizio sembrava pocaontas e alla fine una vittima di hellraiser.

- What if -

Dimmi Marco cos'ha voluto dire l'autore con questo particolare della tempera rossa?
hmmmm, guardi non lo so prof.
male queste sono le basi, quattro e al posto.
ma...
Al posto.
...cazzo.
CHE HAI DETTO?
Accidenti prof, "accidenti"

- end -

In seguito i toni si sono fatti alti in maniera piuttosto allarmante tanto che il declamare è diventato urlare, e quando dico urlare intendo dire URLARE, strillavano di brutto brutto brutto.
Tutto quanto condito con inframezzi musicali in cui hanno ballato una sorta di danza popolare, le i roteava per la stanza e lui la seguiva girandole attorno.
Alla fine lei si è sdraiata a terra scuotendosi e contorcendosi come se l'avesse punta una tarantola.

Affascinante.

Il tutto sarà durato al massimo una ventina di minuti, quando è finito ho applaudito molto, ma pratica ho assistito allo spettacolo con lo sguardo ebete di chi ha la consapevolezza di essere affascinato da qualcosa senza in effetti capirci un cazzo.
E devo ammettere che mi ha dato anche un bel po' fastidio e mi ha fatto sentire molto ignorante, cosa che probabilmente è anche vera, ma che insomma non è carino ricordare, Perle ai porci insomma.

Terminati gli applausi c'è stato il rinfresco al piano superiore dove mi son bevuto un prosecchino ammirando i quadri del marito della poetessa (tutto in famiglia a quanto pare).
Tutta arte moderna, che anche li, uhm, ho valutato il tutto in base all'impressione che mi ha fatto il colore e la composizione in se qualcosa di quello ne capisco, ma da li a dare un significato ai quadri, beh non son mica stato capace.
Poi cioè, certi titoli che all'inizio li ho presi sul serio, dopo però mi facevano un po' da presa per il culo, tipo: "paradiso dei polli secondo un pollo".
Son cose per cui punto il dito, mi giro verso il mio interlocutore e apro bocca come per commentare, ma poi prima di proferir verbo realizzo che è meglio seguire il famoso adagio "se non sai le cose taci" e allora abbasso il dito, chiudo le ganasce e bevo un altro po' di prosecco mentre passo al prossimo quadro.

A mostra terminata mi son fatto un bel giro al piano di sotto dove c'erano i leggii per dare un occhiata ai testi, ma visto che non ci capivo molto nemmeno così ho lasciato perdere.
Forse devi avere una sensibilità particolare per queste cose o forse devi conoscere l'autore. o magari serve semplicemente qualcuno che ti spieghi cosa stai guardando.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Quoto per la sensibilità particolare, ma in certi casi la mente dell'autore è così contorta che un vero significato non c'è, e devi darne uno tu, quello che ti può ispirare.

whites.TM ha detto...

Beh, se prima GooooGle non lo sapeva, adesso sì.
Come primo sito mette il tuo Blog.

Anonimo ha detto...

La mia mente è troppo limitata per capire a fondo il significato di una scultura raffigurante un uovo all' occhio di bue oppure un gomitolo con le gambe (Luna-Pacs a Milano, un anno fa)

[KabOOm] ha detto...

Ti ha lasciato qualcosa di diverso? Se si ha comunque raggiunto un obiettivo. Un consiglio... rifallo! :)

Unknown ha detto...

@Pao Ho capito, ma a me interessa sopratutto sapere cosa passava per la testa all'artista quando ha realizzato l'opera.

@Whi Grazie al cazzo :D

@Ste La mia ancor di più e molto più disordinata, ma che ci vuoi fare mi hanno dato questa.

@Kab ciccio, più che altro son rimasto li, diciamo che ho ritrovato un piiiizzico di quello che ho provato al moma (ma poco in confronto eh).
Se ho occasione lo rifaccio, magari con più testa

Arcivampiro ha detto...

Da organizzatore della cosa sono un pochino di parte....
Sono onesto...la prima volta che ho visto lo spettacolo sono rimasto anch'io piuttosto interdetto, perchè il testo è veramente complesso...
già alla seconda volta qualcosa di più era chiaro....
Lo stesso riguarda le opere pittoriche esposte, sicuramente non quadri che ti piacciono al primo sguardo.
Secondo me l'unica cosa che sbagli è a sentirti ignorante...probabilmente si tratta semplicemente di desuetudine ad un certo tipo di messaggi, o di modi di comunicazione.
Esempio stupido: negli anni 60 dicevano che i Beatles non facevano musica ma rumore....adesso la cosa fa sorridere.
Se nella tua vita ti ricapita qualcosa di simile sicuramente sarai più preparato :P ;)
Poi comunque il gusto personale è insindacabile e imprevedibile.
Mi sento di quotare il buon Kaboom....l'importante è non aver paura di affrontare cose anche lontane dalla propria sensibilità...possono non piacere ma a volte possono anche arricchire e parecchio