venerdì 31 ottobre 2008

Rimanere in tema

Jack era un vero bastardo, uno di quelli di prima categoria ed era anche furbo, qualcuno diceva anche che fosse troppo furbo e che un giorno l'avrebbe pagata per le sue malefatte.
Si perché a Jack piaceva fare degli scherzi ed era così sveglio che un giorno riuscì a mettere nel sacco perfino il diavolo in persona.
Quel bastardo di Jack era riuscito, non ricordo come, a convincere il diavolo ad arrampicarsi su un albero e mentre quello se ne stava su Jack ha inciso un crocefisso sul tronco, bloccandolo lassù, e facendolo scendere solo dopo avergli strappato la promessa che qualsiasi cosa Jack avesse fatto in vita, il diavolo non l'avrebbe mai fatto entrare all'inferno.
Poi le cose andarono come andarono e un giorno di autunno arrivò anche l'ora di Jack che provò ad entrare in paradiso, ma era stato un tale bastardo in vita che non venne fatto entrare, allora non rimanendogli molte alternative bussò alle porte dell'inferno, ma venne cacciato anche da li per via del patto stipulato col demonio tanti anni prima.
Cominciava a fare buio e Jack rifiutato sia da paradiso che dagli inferi, non sapeva proprio dove andare, allora fabbricò una lanterna con una rapa e ci mise dentro una candela, in modo da illuminare la via e si mise a cercare un posto dove trovare pace.
Da allora ogni notte di Halloween, ognissanti, Samhain, in qualsiasi modo la si chiami, Jack, soprannominato Jack'o'Lantern vaga senza riposo per le strade del mondo cercando un posto dove stare e chi non desidera la sua compagnia mette fuori casa una lanterna fatta con una rapa per fargli capire che non troverà rifugio tra quelle mura.
Dopotutto chi vorrebbe mai la compagnia di quel bastardo di Jack.

giovedì 30 ottobre 2008

Could be worse... could be raining

[...] e poi a me piace la pioggia, sarà per quello che non ho mai l'ombrello.
forse è perché in un certo senso lava via.
O forse perché è una vita che li dimentico in giro e ad un certo punto ho smesso di ricomprarne.

Oltretutto, se va avanti così domattina sarà un casino in strada, considerando il fatto che bastano quattro gocce per rincoglionire irrimediabilmente il 90% delle persone che hanno malauguratamente l'accesso alla patente B, figuriamoci con sto diluvio, sarà l'armageddon automobilistico.
Non che sia poi così incidente per me (pessima scelta di parole) dopotutto dieci minuti di strada nel peggiore dei casi diventano venti.
Per ora almeno.
Ma venti minuti di parolacce & bestemmie assortite anche se decisamente meritate sono sufficienti ad aumentare di qualche anno il soggiorno in purgatorio.
Sopratutto quando non ne sei affatto pentito.

Minchia però vien giù forte eh, speriamo che non rovini la pianta di limoni che il vaso pesa quanto un monolito.

No, non è che mi fa malinconia o roba del genere, voglio dire...
è solo che piove e la pioggia lascia sempre un po' così, è normale, cazzo è pioggia!

...

uff touché

Esco a farmi una birra va [...]

giovedì 23 ottobre 2008

Gaiman has just left the building

Pur promettendo che metterà l'Italia in cima alla lista delle sue prossime visite Neil Gaiman ha tirato il pacco per il workshop a Ventimiglia, motivo sufficiente a far "rosicare di molto" tutti coloro che come il sottoscritto ambivano a partecipare all'evento e a sentire cosa aveva da dire.

Anzi, a dirla tutta ero li li per andare a Londra il 31 alla presentazione del nuovo libro quando Mab, che inspiegabilmente sta sempre un passo davanti a me, mi ha molto gentilmente fatto notare che il signor Sandman teneva un corso il 18 a Ventimiglia presso una manifestazione dal nome altisonante di Autunnonero (uuh!).
Stavolta oltretutto non sarei stato solo nell'impresa visto che appena si è sentita la parola "Gaiman" una schiera di personaggi più o meno plausibili ha immediatamente confermato l'adesione.
Insomma nessuno era spaventato dal fatto che c'era da alzarsi presto e farsi ste tre o quattro ore di macchina verso il confine francese, tutti galvanizzati e pronti a far colazione con caffè e rustichella mediterranea in autogrill.
Praticamente fatta insomma.
E invece sto frescone scrive sul blog che è stanco dal viaggio in cina, che gli spiace tanto, che lo sa che non è professionale e bla bla bla, ma se la fila diretto a casa a dormire e sarà per la prossima volta.
E noi RosicoTime.start
Cazzo da come ha scritto mancava che mi facesse "Ciaa, Ciaa" come fa Campanella quando vuole sfottere.

Peccato, personalmente sono molto curioso di vedere che tipo sia Gaiman dal vivo, oramai ho letto praticamente tutto quello che ha scritto siano essi libri, fumetti o telefilm (eh già anche telefilm, gran cosa internet) e mi piacerebbe vedere se è uno che ha carisma.
Anni fa ho avuto l'occasione di vedere Benni alla presentazione di un libro e ricordo(!) di essere rimasto molto stupito perché anche se era piuttosto distante da me era è esattamente come lo immaginavo.
Ovviamente non intendo fisicamente, per quello hanno inventato degli strumenti fantastici che si chiamano macchine fotografiche, intendo come presenza, personalità e voce, quella roba che si percepisce dal vivo insomma.
Pensavo di poter depennare Gaiman dalla lista e invece no.
Poco male, sarà per la prossima volta.

Oltretutto riordinando* la mia personalissima libreria mi sono reso conto che sto accumulando una serie tendente all'infinito di libri da iniziare.
Prima riuscivo a leggere molto di più causa viaggio in treno, mentre ora che faccio casa-lavoro, lavoro-casa in meno di 10 minuti e effettivamente ho più tempo leggo pochissimo, è paradossale, ma in definitiva penso sia un po' come l'effetto cyclette, finché vai in palestra la usi regolarmente, ma ti viene la malaugurata idea di comprarla e ce l'hai in casa stai pur certo che rimarrà li a prendere polvere e a occupare spazio.
Tra un po' la solfa dovrebbe cambiare.

Beh quantomento sono finalmente riuscito a mangiare sushi come si deve dopo quattrocento anni di astinenza (ovviamente escludendo l'atroce esperienza dell'esselunga), astinenza che stava per sfociare in un impulso omicida nei confronti di una persona di cui non faccio il nome, ma lavora in sistemi informativi è alto, riccioluto e il suo soprannome comincia con K e finice per -ab00m che se lo sbafa ogni santissima settimana alla facciazza mia e non manca mai di farmelo presente.


*Nb. "Riordinare" è un concetto del tutto relativo, può succedere ad esempio che uno riordini perché inciampa su un libro lasciato per terra e quasi lascia gli incisivi sullo spigolo del mobile.

lunedì 13 ottobre 2008

Triennale

Da perfetto ignorante quale sono è normale che io rimanga affascinato da tutto ciò che non riesco a capire, un po' tipo perline luccicanti per intenderci, quindi adoro approfittare di ogni possibile occasione per sorbire conoscenza e arte, in qualsiasi modo siano esse presentate.

Sabato sono andato alla mostra fotografica di Douglas Kirkland.
fa di un fico dire così eh?
Quando mi hanno proposto tale evento ho detto:
Chi?
MA... COME? *espressione fighetto-scandalizzata* nooooooOON sai chi è Douglas Kirkland? o mio Dio tesooOOOoooro ma dove vivi, nella preistoria?
Beh guarda può anche essere, visto che io sto tizio non l'ho mai sentito nominare e anche se l'avessi sentito probabilmente ora l'avrei dimenticato.

Comunque per non saper nè leggere nè scrivere e visto che se non conosco qualcuno c'è una buona probabilità che sia una persona importante mi sono rivolto a nostra signora della salvezza wikipedia grazie alla quale ho ottenuto risposte.

Al che ho detto quello che per me sta diventando oramai un mantra: perché no.

La Triennale di Milano sta vicino a Cadorna, il che in effetti spiega inequivocabilmente il perché si chiami per l'appunto "Cadorna Triennale", solo un perfetto imbecille potrebbe frequentare per anni Milano senza fare due più due.
Incredibilmente sono in anticipo e mentre mi faccio largo tra la folla di puffi-boyscout che intasano la stazione tento di reprimere istinti omicidi.
Realizzo che a parte i coldplay non ho nessuno con cui fare due chiacchere, quindi guadagno l'uscita e per ingannare l'attesa mi fiondo nel tendone trasparente sul piazzale dove c'è la tipica vendita di libri a cui io non so assolutamente resistere.
Per fortuna posso girarci dentro solo un quarto d'ora prima di essere raggiunto dagli allegri compari, quindi il portafoglio-bleeding è limitato ad un solo volume.

Mi faccio guidare da chi conosce la zona meglio di me, quando entro in Triennale avverto una pallida analogia con il MoMa e non sono l'unico, ma è una sensazione sbiadita e lascia un po' di amaro in bocca, preferisco accantonare.

La mostra è sponsorizzata da Vanity Fair che festeggia i 5 anni e l'entrata è piacevomente aggratis (tutta una parola e con due g come dice un mio amico).
Sui muri sono alternate stampe delle fotografie più famose e frasi celebri del fotografo in questione.
Qua e la alcune gigantografie grandi quanto la parete, salta fuori una strana equazione secondo cui più le opere sono grandi più le didascalie sono piccole.
La maggior parte delle persone che mi accompagnano ne sanno di fotografia e ovviamente hanno una visione più dettagliata e "tecnica" della mostra mentre io penso che sia tutto molto fico, guardo le foto, mi avvicino/mi allontano, annuisco e fingo di capire quello che vedo, mi sento quasi un intellettuale.

E' banale dirlo, ma il tizio in questione è indubbiamente un maestro, la maggior parte delle foto sono bellissime, alcune rasentano l'opera d'arte, altre rasentano la carta igenica e mi fanno palesemente schifo, ma stavolta sono abbastanza saggio da tenere i pareri su quest'ultime al guinzaglio del mio neurone.
Vagando tra i corridoi scopro che ha fotografato praticamente tutte le icone dell'ultimo secolo, da Marilyn Monroe a Andy Warhol, dalla Loren a Schwarzenegger.
Mi fanno particolare invidia le foto sulla Kidman per cui io nutro vera e propria adorazione.

Scopro anche che la foto in cui Ripley tiene Newt in braccio e il fucile nell'altra l'ha fatta lui, io da buon nerd fan di Aliens mi ricordo di averla vista per la prima volta su un servizio di Topolino credo mille anni fa.
A volte ritornano, come diceva Stephen e un altro paio di persone che conosco.
Esco con la solita impressione di essermi perso qualcosa, nel senso che non sono riuscito ad afferrare tutto quello che c'era da capire, ma questo concetto per me è di default e non gli do troppo peso, e poi chi se ne fotte ho passato un bel pomeriggio.

Visto che siamo in giro e relativamente in zona non manca la visita ad Alastor dove sottopongo la mia volontà a stress test per impedirmi di cedere alla nerdaggine e comprare la riproduzione in scala 1:1 della lightsaber viola di Mace Windu.
Evento stupido che però mi ha riportato alla mente il ricordo di un occasione del tutto simile avvenuta oramai diversi anni fa in un luogo ed in un contesto del tutto differenti, ma che ad oggi rimane uno dei miei ricordi più belli.

Oggi c'è il sole.

lunedì 6 ottobre 2008

Pomi's Wedding

Il cielo è azzurro e non c'è una nuvola, mi sembra che sia domenica mattina, non so perché forse ho associato i matrimoni alla domenica.
Nonostante il sole splenda c'è una brezzolina a -8°C che contribuisce a conservarci in fresco come degli scampi, personalmente oltre a farmi sentire una vocina da sud-est che gongola un: "te l'avevo detto" il freddo mi ha fatto venir voglia di correre a casa, raccattare lo snowboard e far rotta per le piste.
Mi guardo intorno e realizzo che non credo di aver mai visto tutti i miei compari messi "in tiro", è stato piacevole, anche se ovviamente ho ricevuto critiche perché non avevo la cravatta.
I miei tentativi di spiegare che la giacca alla coreana è un taglio e non viene veramente dalla corea e che la cravatta non ci va sono stati bollati come stupide scuse.
Ancora una volta: Ignorance is a bliss.
In ogni caso me ne fotto signorilmente visto che a me invece piace molto e non sono in tanti a poter dire di aver avuto l'insegnante migliore al mondo in materia.

La sposa era molto bella e l'abito anche, ma vista la pioggia di fotografi ufficiali e non lascerò che siano le foto a ricordarmi questi dettagli.
La cerimonia è stata esattamente la stessa che viene in mente quando si pensa ad un matrimonio, chiesa, fiori bianchi, musica za za zazaaan.
Molto bello, molto classico, quasi mi sono commosso quando ho visto il padre che accompagnava la sposa in chiesa.
Anche se devo dirla tutta il prete aveva un timbro troppo basso e un tono di voce talmente piatto da rasentare l'ipnotico.
Ci son stati momenti in cui avrei voluto dirgli "oh ciccio si stanno sposando, su un po' di brio cazzo".

Uscita, Riso, coriandoli, foto.

Arrivati al ristorante sul cartellone/piantina per tutti c'erano scritti i nomi, per noi i soprannomi, quando sono arrivato al tavolo e ho visto il cartellino con scritto "Jester" ho riso di cuore (e me lo sono portato a casa come ricordo).
Visti i soggetti gli sposi hanno pensato molto, mooolto saggiamente di relegare tutti noi in un tavolo in fondo alla stanza, ben lontano da madri, padri e parenti più stretti il che la dice lunga sulle molte questioni inerenti la forma, il rispetto dell'etichetta ed in generale sulla grazia degli invitati al tavolo dove sedevo.
Sagge precauzioni che tuttavia non sono servite a molto visti i risultati e le foto del padre della sposa con la parrucca alla Guybrush Threepwood.
Spero che queste persone non cambino mai.

Nonostante il prequel gelido a mattina inoltrata il tempo ha regalato agli sposi una splendida giornata dalla temperatura primaverile tendente al "meglio se mi levo la giacca".
Il ristorante dava direttamente sulla riva del lago di varese che sabato era obiettivamente bellissimo con tanto di barche a vela, cigni e paperelle (ammetto che per un attimo ho pensato a duck hunt) e circondato con alberi dai colori autunnali.
Molto, molto suggestivo, nessuno tra i presenti potrà mai dire il contrario e se lo fa mente sapendo di mentire.
- Da questo momento in poi i comaschi sono autorizzati a rodersi il fegato. -

In quanto a noi, dire che ci siamo trattenuti sarebbe una bugia, la realtà è che abbiamo cominciato a fare casino fin da quando ci siamo trovati davanti alla chiesa alle 10 e abbiamo smesso (e nemmeno tutti) quando siamo usciti dal ristorante alle 21.

Spero che gli sposi abbiano apprezzato gli sforzi per rendere unica la giornata.

Ah a proposito, girano delle foto in cui vengo ritratto mentre appoggio bicchieri pieni d'acqua sul pavimento di casa vostra, queste immagini digitali compromettenti sono frutto di fotomontaggi e uso abbietto di photoshop, lo so che sembra, ma non sono io.
Inoltre credetemi quando vi dico che non ho idea di abbia riempito casa vostra di palloncini e di chi abbia messo sotto ghiaccio la chiave del bagno e nemmeno di chi ha impacchettato le vostre auto col nastro trasparente.
C'è del metodo e deve trattarsi di un gruppo organizzato di delinquenti, sto indagando, appena vengo a sapere chi sono sporgerò regolare denuncia! promesso!

Siete delle brave persone e vi auguro una vita piena di felicità.

Ps. New York è una città stupenda, vi divertirete! (uscite ogni tanto che ci sono un sacco di cose da vedere)

mercoledì 1 ottobre 2008

Viva La Vida


Coldplay
2008
...

I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sweep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy's eyes
Listen as the crowd would sing:
"Now the old king is dead! Long live the king!"
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, and pillars of sand

I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Calvary choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
Once you go there was never, never an honest word
That was when I ruled the world

It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People couldn't believe what I'd become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?

I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Calvary choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
I know Saint Peter won't call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world

Hear Jerusalem bells are ringing
Roman Calvary choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can't explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world

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