mercoledì 15 aprile 2009

Inutile rientrare, penso

Evito discorsi troppo profondi per cui non sono tagliato e mi limito a rispettare il dolore composto di coloro che hanno subito una perdita.
Tragedie come queste ti danno la peggiore delle raddrizzate e ti fanno capire quali sono le cose veramente importanti.

Inutile rientrare, penso.
E così capita di trovarmi tra le mani un ora da buttar via per concludere un pomeriggio triste di cui tutti avremmo fatto molto volentieri a meno.

Percorro corso buenos aires e fatico a riconoscere Milano, mi sembra assolata e movimentata come non l'avevo mai vista e ho la vaga senzazione di essere in un posto diverso, non so spiegarlo bene, ma non mi sembra la solita città.
C'è tanta luce e vento caldo che soffia tra i palazzi.
Boh, forse è solo la primavera.
Stamattina comunque non faceva tutto 'sto caldo, cammino in ombra perché adesso è veramente pesante, jeans, giubbetto di pelle e gli occhiali da sole, passando davanti ad una vetrina mi rendo conto di essere vestito come Leonardo, non ci avevo fatto caso, inquietante.
Nel riflesso vedo anche l'insegna dall'altra parte della strada, ed ecco la prima tappa.
Attraverso, cestino la bottiglietta di the verde ed entro da Muji.

Quando chiedo il contenitore per le lenti a contatto il commesso smette di parlare col collega e mi guarda come se fossi il primo (o l'ultimo, a scelta) degli stronzi, ma oggi non sono tanto in vena e credo che l'abbia intuito pure lui, quindi quando apre bocca per dirmi che non ne hanno lo fa gentilmente e soppesando le parole.
Poi mi allunga un catalogo e aggiunge che se mi serve può ordinarmelo.
Li per li mi viene da rispondergli che no, in realtà non mi serve, lo compro solo perché sono uno sciroccato che fa collezione di portalenti a contatto.
Poi glisso e mi dirigo verso Cadorna con l'idea di prendere il primo treno utile, oggi mi sparo un po' di piscina extra che aiuta su tanti fronti.
uh aspetta un momento, Cadorna, li c'è quel negozio di dolci dove hanno le caramelle strane che mi piacciono un sacco e che non trovo da nessun'altra parte.
Figata! mi ci fiondo subito.
già, peccato che sia chiuso per ferie.

Ferie?

Eccheccazzo.

Mancano venti minuti scarsi al primo treno e non mi resta che fare un giro nel tendone trasparente sul piazzale.
Cazzo, dentro una libreria sono peggio di una donna durante i saldi, ovviamente ne prendo due che andranno a rifornire la pila dei "Da leggere".

lunedì 6 aprile 2009

What a Wonderful World


Joey Ramone
ovviamente cover di
Louis Armstrong
(1968)
2002
...

I see trees of green, red roses too
I see them bloom for me and you
And I say to myself
What wonderful world

I see skies of blue and clouds of white
Bright sunny days, dark sacred nights
And I think to myself
What a wonderful world

The colors of the rainbow are so pretty in the skies
Are also on the faces of people walking by
I see friends shaking hands saying
How do you do?
They're really saying
I love you

I see babies cry, I watch them grow
They'll learn much more than I'll ever know
And I think to myself
What a wonderful world
Yes, I think to myself
What a wonderful world

And I say to myself
What a wonderful world

...

Video
(per inciso credo il più brutto della storia dopo quello dei Dari)

martedì 31 marzo 2009

Asincrono

1.

Guarisci Kabbo! Stai a riposo e non fare cazzate o ti spezzo un ginocchio (l'altro).

2:

Dopo Magritte voglio andare a vedere la mostra sui Samurai a palazzo reale.
Meno fascino, ma magari li ci capisco di più.
Appunto mentale: la prossima volta farsi accompagnare da qualcuno che ne sa.

3:.

Riallacciandomi a quel discorso riguardo la storia infinita, c'ho pensato ma non è cambiato niente: a me Atreyu stava sul cazzo.
In compenso però mi piaceva molto il fortunadrago e quel gigante che si mangiava i sassi di cui ora mi sfugge il nome.

4::

Guru says: "é sempre buona cosa parametrizzare il codice".

5::.

Hanno aperto un sushi bar a Mozzate, il fatto che sia di fianco allo storico ristorante cinese non mi bendispone.
(Uno polo, due polo, posso offlile glapa?)
No perché in questi casi ho l'impressione di andare a mangiare una pizza in Francia, non so se mi sono spiegato.
Poi magari è una cosa mia.
Comunque, giusto per mettere bene in chiaro: Shiro Rulez.

6:::

Ho preso i primi due numeri di WIRED italia, apprezzo sinceramente lo sforzo, ma siamo lontani anni luce dalla versione americana.

7:::.

O porca troia, a me la collezione nuova di Calvin Klein piace, se qualcuno ha qualcosa da dire in proposito sa dove abito.
che cazzo, ma guarda un po' oh.

8::::

Mi sono sbagliato, ho giudicato male.
Quando hai detto che volevi fare il liutaio non capivo, pensavo che fosse un lavoro stupido, un colpo di testa o una di quelle cose che si fanno giusto per spirito ribelle.
Insomma a farla breve pensavo fosse uno sfizio.
Allora non avevo capito, c'è voluto un sacco di tempo (perché a me serve sempre tutto sto cazzo di tempo), ma adesso si, ho capito cosa volevi dire! e dopo quasi dieci anni ho visto quello che tu vedevi allora.
Avevi ragione.

9::::.

Mi dicono che mi guardo le unghie come fa una donna, cioè tenendo la mano aperta e guardandone il dorso, scopro che il vero uomo dovrebbe piegare le dita e guardarle dalla parte del palmo.
A parte il fatto che le mie dita devastate non sono un bello spettacolo da guardare, non si smette mai di imparare.

10:::::

Non mi gira una canzone in particolare in questi giorni, ma queste tre le consiglio comunque.

The BPA: Seattle feat. Emmy The Great
Queens of the stone age: Go with the flow
Arctic Monkeys: Teddy Picker

giovedì 26 marzo 2009

New York

Oramai è passato quasi un anno da quando sono stato a New York, mi ero ripromesso di scriverci su, ma appena ci penso mi vengono in mente talmente tante cose che non riesco proprio a capire da dove cominciare.
Alcuni miei ricordi sono così forti che non riesco a descriverli, e mi capita di ritrovarli in una canzone, in una foto o cose così.
Però già che ci sono salvo qui la mappa del giro che abbiamo fatto, nella speranza di poterlo rifare e vedere tutto quello che mi sono perso.




martedì 24 marzo 2009

summarize

Birra forte, amici e il tagliere di lardo e grana.
Mia cugina, quanto tempo, sembra felice sul serio.
Tavoli di legno, strette di mano, chiacchere.
Notte, strade, il sedile vuoto.
Un sms: come stai?
La carta del joker sul cruscotto, risponde lui.
Novanta cavalli, ma senza cerchi in lega.
Libri e vestiti nel bagagliaio.
post-it sulla porta, "Coccolare la gatta".
"Sistema il pc di tua madre".
Mangiarsi le dita sporca i vestiti di sangue, cazzo.
Mattina, allenamento, colpi veloci, tempie che pulsano.
Giubbetto di pelle.
e la moto?
si perché la casa?
piuttosto la rata della macchina.
magari un'altra volta.
Aperitivo, doppietta di sbagliati.
Musica live.
Si atteggiano, suonano male, cantano peggio.
Cambiamo locale.
Birra bavarese e pretzel.
Gente felice, vera, prendo spunto.
Blackout Domenicale.
Ore di sonno, troppe o troppo poche.
Lunedì, reboot.
L'arte di bere il the e mettere le lenti a contatto.
Ritardo, strano, non mi capita mai!
Piano superiore, vicino al finestrino.
Luci del vagone che non funzionano.
Muse e White Stripes nelle orecchie, national geographic tra le mani
Sul treno capelli neri, occhi azzurri, legge, poi sorride.
Pirla!
Finte borse di Vitton e cellulari con attaccato winnie the pooh.
Ma taci coglione, vai a farti fottere tu e la tettona del grande fratello.
Vento fuori dalla metropolitana.
Un pezzo di cielo azzurro tra i palazzi.
New york che gira in testa.
Codice, Sonno, occhi pesanti e fame.
Caffè.
Non fa freddo però.
Fnm, ma perché attivano i cancelletti solo nelle ore di punta?
Cioccolato fondente a pezzi grossi.
Piscina, Acqua, Cloro, vasche a nastro.
Abbonamento annuale? poesse.
Installano la sauna a giugno.
ho anche finito la crema porca troia.
Ci si vede.
Mangio una mela divisa in quattro.
Lenzuola.
Voglia matta di sentire ancora una volta quel maledetto profumo.

giovedì 12 marzo 2009

Universally Speaking


Red Hot Chili Peppers
2002
...

I saw your face
Elegant and tired
Cut up from the chase
Still, i so admire
Bloodshot your smile
Delicate and wild
Give me she-wolf style
Rip right through me

Silveretta the jets of a lifetime
Go and get her,
I got her on my mind
Nothing better,the feeling is so fine
Simply put, i saw your love stream flow

Come on, baby,'cause theres no name for
Give it up and i got what i came for
Universally speaking
I take it back and you make me nervous
Nothing better than love and service
Universally speaking
I win in the long run

I saw your crime
Dying to get high
Two of a kind
Beats all hands tonight

Silveretta the jets of a lifetime
Go and get her,
I got her on my mind
All the better, to make it is so fine
Simply put, i saw your love stream flow

Come on, baby, 'cause there's no name for
Give it up and i got what i came for
Universally speaking
I take it back and you make me nervous
Nothing better than love and service
Universally speaking
I win in the long run

Silveretta the jets of a lifetime
Go and get her,
I got her on my mind
Nothing better,the feeling is so fine
Simply put, i saw your love stream flow
Simply put, i saw your love stream flow

Let's go

venerdì 6 marzo 2009

Ponyo sulla scogliera

Questo è il trailer del nuovo film di Miyazaki!

Ponyo Sulla Scogliera

Io adoro il mare e adoro Miyazaki, trovo geniali le sue storie e sopratutto il modo mai banale nè scontato con cui riesce a raccontarle.
Quindi questo film (come il precedente) ha tutte le carte in regola per essere un capolavoro.
Ma che cazzo dico, sarà sicuramente un capolavoro, non ne ha stoppato uno sto maledetto giapponese.
Conan, Nausicaa, La città incantata, Terramare, Il castello errante di howl solo per citarne alcuni, sono uno più bello dell'altro.
Se stiamo a vedere non sono nient'altro che favole, ma questo non le sminuisce, al contrario le esalta e dimostra che nonostante tutto ci sono ancora persone capaci di raccontarle, trovo che questo sia piuttosto importante.
Tanto di cappello, pagherei oro per avere un briciolo della sua fantasia.

Trovo poi meraviglioso lo stile grafico dello studio Ghibli, in particolar modo il tratto, la scelta dei colori e poi ok, manco a dirlo la ricercatezza nei dettagli, quasi sempre ci sono componenti vittoriane/steampunk per le quali ovviamente impazzisco.
Questo vado a vederlo.

mercoledì 4 marzo 2009

Pray for snow

Per evitare di pensare troppo ci sono molti modi, quello meno dannoso prevede di esaureire il tempo libero intraprendendo le più svariate attività, questo come tutte le medicine genera irrimediabilmente degli effetti collaterali, ad esempio ora succedono talmente tante piccole cose ed ad una tale velocità che non faccio a tempo a scriverle ed anche se mi faccio un "appunto mentale" poi puntualmente lo dimentico da qualche parte nei cassetti della memoria giusto per citare Gerry Scotti, con la differenza che quelli della mia memoria sono tarlati e quando li riapro non ci trovo una bega.

Vabè

Sabato mattina alle otto c'era un cielo azzurro tipo paradiso in terra e le montagne così vicine che
sembrava di poterle toccare allungando il braccio, oppure in effetti abbassandolo visto che il mio
culo poggiava su una delle stesse.

Faccio per mettermi il caschetto e in quel momento mi rendo conto di non aver freddo, certo non fa nemmeno caldo, ma e se non fa freddo la mattina a 2000 metri vuol dire che sarà una giornata molto calda.
Dopo questa pensata da far impallidire Sherlock Holmes, equipaggio gli auricolari e parto.

Macino chilometri di pista, mangio cioccolato fondente, mi abbiocco sulla seggiovia, salto & cado,
Surfo e a tratti mi impantano nella neve fresca, schivo alberi, sciatori grandi e piccoli, ciaspolatori, motoslitte e un cane(!) In definitiva snowboardo e lo faccio finchè dura la musica, quando smette mi fermo e mi rendo conto nell'ordine: che ho una fame fottuta, che sono le quattro, che sono vivo, che ho ascoltato sette ore di musica ininterrotta lasciate in mano allo shuffle.
Se ti porti dietro sedici giga di musica e hai tempo saltano fuori cose veramente strane, quasi
sperimentali, tipo tchaikovsky dopo i prodigy, Tori Amos che va a braccetto coi Foo Fighters,
improbabili collaborazioni tra Rino gaetano e i Muse, Daft punk featuring Metallica, The Who & White Stripes e cose così, più o meno incomprensibili.
Non mi era mai capitato di esaurire la batteria dell'iPod, forse quando l'ho acceso non era completamente carica, si è scaricata proprio alle quattro, come a dire: "oh ciccio, bon, mi sono rotto il cazzo pure io stacca dai".

In effetti ha fatto molto caldo.

Categorie Incontrate:

Wannabe pro snowboarder: non è perché sei vestito Burton da capo a piedi che sai sciare bene, mettitelo in testa, pirla.

Bimbi: i bambini si suddividono essenzialmente in due grandi categorie, quelli che stanno imparando e quelli che sanno.
I primi sono di una tenerezza disarmante, li vedi scendere pian piano a spazzaneve tra le gambe del relativo genitore, hanno con questi sci piccolissimi, in proporzione.
Poi imparano.
A quel punto c'è la trasformazione radicale tipo Gizmo -> Gremlin, il genitore viene accantonato per eccessiva lentezza e i teneri trottolini diventano proiettili da venti chili privi del benché minimo senso di autoconservazione e/o paura che si sparano a velocità folli giù per le piste in gruppi da cinque o sei componenti.
La pista diventa un concetto astratto per i batuffoli, loro vedono due punti: la cima e il fondo, tirano una linea retta che li unisce e seguono quella. Pericolosi.

Lone Wolf: Sciano da soli, spesso con musica nelle orecchie, per i più svariati motivi. Vuoi perché ha fatto delle cazzate e quindi si trovano in quella situazione, vuoi perché dovevano venire venti persone e hanno paccato tutti all'ultimo, vuoi perché devono provare il fuoripista, vuoi perchè "Gli altri sono al mio livello e rimarrebbero indietro" oppure per scelta (ma quest'ultima non è nient'altro che una scusa), epici e malinconici a tratti Rock'n'Roll.

Maestro di sci: stile & pregio, categoricamente con gli sci, vagamente retrò.

True Snowboarder: Difficili da incontrare, in genere si sente giusto il profumo del dopobarba, una folata di vento e dopo devi guardare per aria perché tendono a stare attaccati poco al terreno.

venerdì 20 febbraio 2009

Presto

Prestige! (non funge più)

uff che menosi quelli della Disney... che sarà mai il copyright...

Prestige! e due

martedì 17 febbraio 2009

Dakota

Stereophonics
2005
...

Thinking about thinking of you
Summertime think it was June
Yeah think it was June
Laying back, head on the grass
Children grown having some laughs
Yeah having some laughs.

Made me feel like the one
Made me feel like the one
The one
Made me feel like the one
Made me feel like the one
The one

Drinking back, drinking for two
Drinking with you
And drinking was new
Sleeping in the back of my car
We never went far
Needed to go far

Made me feel like the one
Made me feel like the one
The one
Made me feel like the one
Made me feel like the one
The one

I don’t know where we are going now
I don’t know where we are going now

Wake up cold coffee and juice
Remembering you
What happened to you?
I wonder if we’ll meet again
Talk about us instead
Talk about why did it end

Made me feel like the one
Made me feel like the one
The one
Made me feel like the one
Made me feel like the one
The one

I don’t know where we are going now
I don’t know where we are going now

So take a look at me now

...

Video

martedì 10 febbraio 2009

Look Back in Anger

Reduce da un soggiorno di dieci grasse ore nel mondo di morfeo mi alzo ancora leggermente* incriccato dalla giornata snowbordesca di sabato.
Sono piuttosto soddisfatto del mio sonno, interrotto unicamente dalla regina della casa che desiderava una razione di coccole anticipate e per rendermi partecipe della cosa ha deciso di passeggiarmi sulla faccia accompagnando la prodezza di equilibrio con sottofondo di fusa.
Qualsiasi altro essere vivente al suo posto sarebbe stato defenestrato in tempo zero, ma no, non la gatta.
Come diceva Costantine: "C'è sempre il trucco" e poi mancano solo sei minuti alla sveglia è stata magnanima.

*eufemismo

Esco accompagnato per tutto il tragitto da dj random che dal cuore dell'iPod sceglie una playlist incredibilmente azzeccata per un lunedì mattina di febbraio.
Il percorso che mi porta in ufficio è perlopiù sotterraneo, dopo il binomio di treni devo fare si e no duecento metri a piedi per arrivare al posto di lavoro, corta passeggiata che compio giornalmente felice di ignorare e di essere ignorato dalla popolazione milanese a cui sto palesemente sul cazzo.
Condizione che vivo oramai con rassegnata consapevolezza o come direbbe un mio saggio amico me ne strafotto gli zebbedei, dopotutto il mondo è abbastanza grande per tutti.
Messo in chiaro questo semplice concetto quello che chiedo è solo di fare quei quattro passi per andare in ufficio.
Non sporco, non disturbo, attraverso sulle strisce e butto le cartacce nei cestino.
In definitiva posso garantire che attualmente la mia presenza è leggera ed inconsistente quanto un fiocco di neve e non genera picchi di entropia nel sistema Milanese.

Quando le scale mobili mi sputano in strada in cuffia sta passando "What's the frequency, Kenneth?" e mi fa un po' scena da film.
Poi guardo il cielo e mi stupisco di quanto sia azzurro e terso, come se qualcuno la in alto abbia deciso: ok è tutto passato, si fa restyling, una tabula rasa nuova di zecca per la tua settimana.
Chi l'ha detto che in questo posto c'è solo smog?
Penso che cavolo è un buon modo per cominciare un lunedì.

...

Ecco vedi, io non so chi sei, non so come ti sei svegliata stamattina non conosco la tua vita o le tue ragioni, sono tutte informazioni che con ogni probabilità non saprò mai e di cui sinceramente non me ne può fottere di meno.
So solo che per quanto mi sforzi a cercare un termine adatto a descriverti non riesco a trovare null'altro che brutta troia e non credo nemmeno sia abbastanza specifico.
Si perché tu non sei una qualunque, tu sei il metro di misura delle troie, la madre ti tutte le bagasce e dovresti essere conservata a Sèvres assieme agli altri campioni in infusione di platino-iridio.
No, invece di stare in terra di Francia la baldracchissima guida la sua cazzo di smart nera stupidamente convinta che i suoi neuroni possano gestire in multitasking ben due azioni distinte quali a: guidare e b: telefonare, quando è palese quanto il sorgere del sole che per quelle del tuo stampino pur con tutta la concentrazione del mondo è incredibilmente arduo portare a termine anche solo il punto a.

Ma perché devi tentare di mettermi sotto maledetta troia?

Non basta avere una smart che è la tipica auto da decerebrati¹, non basta cercare di parlare al telefono² con qualche tua amica quasi certamente vacca quanto te, non basta passare col cazzo di semaforo rosso³ e cercare di prendere mach 3 in meno di 50 metri, tutto questo lo devi fare quando sto attraversando la strada io? ma VAFFANCULO! che cazzo, è già la seconda volta in meno di sei mesi.
Quantomeno stavolta è diminuita la cilindrata, anche se comunque son sempre 780kg Vs 76Kg me la vedevo male mica da ridere.

¹-Qui sono stato ingiusto, la smart a Milano ha un senso.
²-Hanno inventato l'auricolare per parlare in auto col cellulare, ma probabilmente su Glamour non hanno fatto nessun articolo in merito.
³-Non era aracione e non era nemmeno appena scatato, ma talmente rosso che stavo per sentire il dannato inno russo, cazzo.

Se poi nostra signora dei testicoli avesse capito l'errore e accennato a scusarsi, ma no, figuriamoci non ha fatto nemmeno finta.
Anzi probabimente si è anche indispettita perché ha dovuto frenare e cambiare traiettoria per non dover rifare il parabrezza.

Ho poca memoria e questo è un dato di fatto, ma chissà come mai sto giro la tua targa me la ricordo perfettamente e spero fortemente di trovare la tua scatoletta nera parcheggiata in zona repubblica così ti lascio un mio personalissimo autografo mezzo chiave-toyota su vernice nera, STRONZA.

martedì 20 gennaio 2009

Ferrovie North 2009DC

Ad un paio d'anni dalla fine del mondo torno ad essere un pendolare delle Nord sulla canonica (per me) tratta Tradate-Milano.
La sensazione di dejavù e di riabbraccio nostalgico dura ben poco sostituita appieno dall'odore di umanità che pervade le carrozze.
Che bello, certe cose non cambiano mai, in un certo senso è rassicurante, in un mondo di incertezze le Nord sono un punto di riferimento che negli anni non cambia di una virgola.

In realtà sono stato ingiusto qualcosa è cambiato, adesso sono un fiero possessore della nuova customer card che mi è arrivata dopo *solo* 2 mesi durante i quali ho dovuto fare un carnet sostitutivo da sette giorni ogni settimana ovviamente, perché per un oscuro motivo non è possibile fare l'abbonamento canonico con il talloncino che rilasciano alla richiesta.

In compenso adesso c'è il distributore automatico di biglietti! indubbiamente una grande comodità, quando funziona intendo.
Si, perché è già la seconda volta che cerco di fare il mensile con l'attrezzo meccanico e quest'ultimo è fuori uso.
Perlomeno a Tradate.
Gli sguardi severi della signora distinta e le bestemmie tra i denti dello studente universitario che mi affiancavano in questa avventura non hanno sortito particolari effetti sul figlio di Wall-E.
Visto il mio ritardo cronico (forse si è riallineato alle nord anche il mio bioritmo) sono salito sul treno senza biglietto e ho atteso il capotreno per farlo a bordo.
Mentre i baronetti mi cantano Yellow Submarine passa il capotreno, trattasi non di barbuto vecchiaccio, bensi di piacevolissima capotrena che con estrema professionalità mi autografa un biglietto farcito con 5 sacchi di multa aggiuntiva "perché la biglietteria di Tradate era aperta e queste sono le nuove politiche".
Giah, "questa amministrazione non tratta coi terroristi" penso mentre in preda del sonno, in palese torto e anche lievemente ipnotizzato dagli occhi della fanciulla sorrido ebete e pago senza proferir verbo.
Quantomeno la qualità del personale è aumentata.

[...]We all live in a yellow submarine, yellow submarine, yellow submarine[...]

Avrei potuto fare il biglietto in stazione, ma arrivato a questo punto il mio spirito nerd pretendeva di fare l'abbonamento con la macchinetta ed oramai era diventata se non una questione d'onore, un puro e semplice sfizio.

Quindi la sera stessa al cambio canonico nella multietnica stazione di Bovisa-centro-do-mundo raggiungo la macchinetta, picchio dentro la tesserina, pigio i tasti opportuni e dopo un inquietante tempo d'attesa per il pagamento con bancomat Mr.Roboto mi sputa fuori la doppietta Ricevuta-Abbonamento.

Carta...

Ma dai che figata! 2009, tessera elettronica con banda magnetica, foto identificativa (per inciso sulla mia sembro un criminale) mesi per averla e l'abbonamento è un talloncino di carta, esattamente come 10 anni fa, oltretutto chi l'ha disegnato è un ciula perché ha un formato più grande della tessera dell'abbonamento e per metterlo nella bustina va piegato tipo origami.
Il progresso, che cosa meravigliosa.

Ed io che pensavo che la ricarica fosse solo elettronica tipo cellulare o skilift.
poco dopo istruito da una collega scopro che il talloncino dell'abbonamento per essere valido deve essere anche compilato col numero della tessera.
"Eh" dico io guardando il talloncino e cercando il codice
"no, nel senso che devi scriverlo a mano"
"come a mano?... Ma scusa allora la tessera personale con identificativo univoco a che cavolo serve?"

Non poteva stamparmelo direttamente il distributore come ha fatto con data e prezzo? cerco inutilmente il numero e trovo lo spazio bianco apposito dove scriverlo.
Geniale.
Pare anche che si incazzino se non lo compili e per un momento la tentazione di lasciarlo in bianco è molto forte, poi lo zen ha la meglio.
Poco dopo scopro che l'abbonamento va anche validato passando la tessera vicino alla timbratrice, molto Blade Runner, già mi immaginavo i controllori con un lettore tipo supermercato, blip, valido, blip, valido, etc.
Invece visto che gli unici strumenti che hanno a disposizione sono i bulbi oculari se ne sbattono della tessera e controllano il talloncino come di consueto, quindi? è una mia impressione o tutta la trafila "elettronica" non serve ad una beata cippa?
Potrei sbagliare, non sarebbe la prima volta dopotutto.
Staremo a vedere.

[...]No one's gonna take me alive, The time has come to make things right, You and I must fight for our rights, You and I must fight to survive[...]

Ad essere onesti anche l'intelligenza media dell'usufruitore delle nord non è di certo aumentata, ci sono mille esempi, ma le chicche si vedono in genere nell'assalto al passante, in particolare quando ha qualche minuto di ritardo, e questo è un evento che accade con drammatica frequenza.

Quando il treno sta ancora nelle viscere della città stanno tutti uniformemente distribuiti sulla banchina impegnati nelle attività più disparate, quando il brucotalpa arriva e rallenta si raggruppano in gruppi di imbecilli che ondeggiano avanti e indietro cercando di centrare una delle entrate e poi il clue, a treno fermo sto branco di coglioni si appiccica alle porte, un autentico muro di teste di cazzo, è incredibile il fatto che non capiscano che c'è gente a bordo (e dire che si vedono bene) e che prima devono scendere questi e che prima li lasciano scendere prima saliranno loro.
Non mi pare un concetto poi così complesso.
No, preferiscono creare una sorta di imbuto di corpi e far scendere una persona alla volta, magari sbuffando contro l'inefficienza delle nord che in questa rara occorrenza non c'entra una fava.
Una volta riusciti a salire non è che si infilano nei corridoi, no, si fermano in mezzo alle palle, per la serie: "io mio posto ce l'ho, degli altri me ne fotto".
Che è doppiamente assurdo perché a stare in mezzo vieni spintonato ovunque tipo pogo Song2* mentre nei corridoi o al piano sopra (nelle carrozze doppie) starebbero molto più comodi.
è un fenomeno che andrebbe studiato.

[...]And there it went, Almost like your life, That was just your life[...]

*questo per capirlo va vissuto.