venerdì 25 maggio 2007

XXX

Da un paio di settimane ho compiuto trent'anni, il solo scriverlo mi provoca tutta una serie di reazioni che preferisco non descrivere a parole , innanzitutto perché non ne sono in grado, e in secondo luogo perché non penso che sarebbe una lettura piacevole.
Non sono solito festeggiare i compleanni, almeno non dopo il periodo scuola elementare quando invitavi i tuoi compagni di classe e si facevano le festicciole coi palloncini colorati e i dolci presi in pasticceria, già verso le medie la cosa mi infastidiva e ho smesso, in seguito poi manco a parlarne la cosa è solo peggiorata per cui mi son sempre limitato a pagare da bere e buona così.
Però i trenta non arrivano sempre, e a detta di alcuni è una data importante quindi la ricorrenza merita un posticino di rilievo nelle (piccole) stanze della mia memoria.
So che a dirlo può sembrare il luogo comune perfetto, ma per il sottoscritto quest'anno è stato veramente, e quando dico veramente intendo dire veramente pieno di rivelazioni. Eviterò di scendere nel dettaglio, ma posso garantire che molte cose mi hanno aperto gli occhi, in certi casi è stato piacevole, in certi altri meno, in altri ancora proprio per niente.
Ho maturato la convinzione che le cose sia meglio saperle, belle o brutte che siano.
Dopo questa riflessione veramente indegna e quasi seria, passerò ad argomenti molto più leggeri.
Anche se in terribile ritardo ringrazio di cuore tutti coloro che ignorando le mie precise direttive in proposito mi hanno fatto un regalo.
Non dovevate, non volevo, ma mi ha fatto piacere. (assurdo l'animo umano vero?)
Ho ricevuto veramente tanti regali che non mi aspettavo assolutamente e che conserverò gelosamente.

Un basso (siete dei criminali)
Una videocamera (pazza! sei pazza!)
Un cartone con dedica contenente vasto assortimento di birre belga (e qui si denota la passione)
Una bottiglia di birra rossa con allegata una foto in cui sembro, SEMBRO gayssimo.
Il borsellino di CK (da fighetto, ma mi piace un sacco)
Un libro dal titolo inquietante "buoni propositi per il nuovo anno"
Molti Sms, alcuni dei quali parechio originali.
F.E.A.R. per xbox 360 (prometto di giocarlo al buio e da solo)
Una torta di compleanno personalizzata con dei mattoncini di lego fatti di cioccolato rappresentanti il numero 30.
Una foto orribile in cui appaio appena alzato dal letto dopo 17 ore di macchina. (si può immaginare l'effetto)
Un foglio con scritto il mio nome e il mio soprannome in giapponese. (ora devo solo ricordarmi qual'è l'uno e qual'è l'altro)
Un biglietto che accompagnava un regalo con delle frasi veramente speciali.
Una maglietta un po' tamarra ma che-te-lo-dico-a-fare mi piace.
Un Tanto giapponese (che poi sarebbe un pugnale)
Delle lezioni di Basso da un maestro sadico.
Alcuni chupiti, di cui uno sbagliato. (e forse più di uno, non ricordo molto bene)
Due persone che pur odiandosi profondamente non si sono uccise. (Quasi non ci credevo)
Diversi pugni, qualche calcio. (un paio li ho parati)
Alcuni baci e abbracci.
Improbabili sfide alle attività più disparate.
L'impagabile compagnia di persone a cui tengo molto.

martedì 8 maggio 2007

io e la Shell

Non è nemmeno un anno che lavoro con la Shell di Linux quindi rientro a pieno nella categoria dei newbie.
Posso fare le considerazioni di una persona che ha sempre e solo utilizzato sistemi windows-like con le icone colorate e la grafica puccettosa.
Beh linux all'apparenza con le nuove distribuzioni si presenta allo stesso modo degli os Microsoft, ma utilizzandoli si capisce a breve che non è così, quella che vedi è l'interfaccia grafica, ma non è altro che una parte marginale del sistema, messa li quasi per convenzione.
Linux nella sua sostanza è la shell: grezza, diretta, spietata ed efficace.
Non sai come fare una cosa? non funziona, punto.
Devi farla funzionare per forza? ti leggi la documentazione online e se non l'hai capita sono cazzacci tuoi.
Non ci sono aiutanti a forma di graffetta che saltano fuori con i occhioni manga a (cercare) di darti una mano, qui c'è uno sfondo nero con un cursore che lampeggia in attesa dei tuoi comandi e se non sai cosa scrivere si sta li per l'eternità.
All'inizio un approccio del genere è spiazzante, sopratutto quando sei abituato alle finestrelle e mouse, ma un po' più avanti, se sei abbastanza paziente da stargli dietro il discorso cambia.
Mi hanno spiegato che è necessario capire la filosofia di linux.
Per farlo funzionare correttamente devi sapere come funziona, come "ragiona" e me ne rendo conto ora che ne ho compreso solo una piccola parte e che ho imparato solo alcune delle operazioni basilari.
Quando cominci a capire, la shell diventa uno strumento potentissimo, indispensabile e molto, molto più veloce di qualsiasi mouse e qualsiasi finestra.
Ero il primo ad essere molto scettico riguardo all'argomento velocità e sopratutto alla Flessibilità dei comandi a riga di testo, ma mi devo ricredere completamente.
E visto che ci devo lavorare son felice di essere stato in torto.

giovedì 3 maggio 2007

Stage di Primavera

Domenica 30 ho partecipato alla stage di Karate tenuto dal maestro Hatano Yoshiharu che è il maggiore esponente italiano dello stile Shito-Ryu.
L'allenamento cominciava alle 9:30, io ovviamente ho sbagliato i calcoli e sono arrivato con una mezzoretta di anticipo, quando sono entrato il maestro era già li e si stava allenando da solo.
All'orario stabilito saremmo stati circa una sessantina di persone (forse anche di più perché la palestra era piena) delle quali almeno la metà erano cinture nere e vista l'importanza del maestro c'erano anche diversi esponenti di altre scuole europee: francesi, inglesi e ungheresi.
Quello che mi ha realmente impressionato è stata la "varietà" dei maestri, alcuni senza il kimono avevano l'aspetto del classico anziano da circolo, briscola e bianco spruzzato.
E' entrata una signora di una certa età e quando l'ho vista ho pensato che fosse la bidella o che stesse accompagnando il nipote, avrei voluto che qualcuno mi facesse una foto per vedere la mia espressione quando l'ho vista uscire dallo spogliatoio con la cintura nera, sono rimasto li come dire... no è impossibile.
La cosa che colpisce è che sta gente non è giapponese, quelli di cui parlo erano italianissimi, li ho visti austeri e severi fare dei kata e magari cinque minuti dopo scherzare in dialetto! insomma sta cosa mi ha un po' spiazzato.
Per il resto lo stage è stato molto interessante, è durato cinque ore e ci hanno fatto usare anche il Bo (un bastone di 1.90m circa) mentre i maestri hanno utilizzato il Bokken (praticamente è una spada di legno del tutto simile ad un katana).
Normalmente nel Karate non si usano armi bianche, ma nel mio stile vengono usate come esercizio per far capire alcuni movimenti complessi.
Tirando le somme una bella esperienza, mi sono ridotto ad uno straccio, ma mi sono anche divertito.