lunedì 13 ottobre 2008

Triennale

Da perfetto ignorante quale sono è normale che io rimanga affascinato da tutto ciò che non riesco a capire, un po' tipo perline luccicanti per intenderci, quindi adoro approfittare di ogni possibile occasione per sorbire conoscenza e arte, in qualsiasi modo siano esse presentate.

Sabato sono andato alla mostra fotografica di Douglas Kirkland.
fa di un fico dire così eh?
Quando mi hanno proposto tale evento ho detto:
Chi?
MA... COME? *espressione fighetto-scandalizzata* nooooooOON sai chi è Douglas Kirkland? o mio Dio tesooOOOoooro ma dove vivi, nella preistoria?
Beh guarda può anche essere, visto che io sto tizio non l'ho mai sentito nominare e anche se l'avessi sentito probabilmente ora l'avrei dimenticato.

Comunque per non saper nè leggere nè scrivere e visto che se non conosco qualcuno c'è una buona probabilità che sia una persona importante mi sono rivolto a nostra signora della salvezza wikipedia grazie alla quale ho ottenuto risposte.

Al che ho detto quello che per me sta diventando oramai un mantra: perché no.

La Triennale di Milano sta vicino a Cadorna, il che in effetti spiega inequivocabilmente il perché si chiami per l'appunto "Cadorna Triennale", solo un perfetto imbecille potrebbe frequentare per anni Milano senza fare due più due.
Incredibilmente sono in anticipo e mentre mi faccio largo tra la folla di puffi-boyscout che intasano la stazione tento di reprimere istinti omicidi.
Realizzo che a parte i coldplay non ho nessuno con cui fare due chiacchere, quindi guadagno l'uscita e per ingannare l'attesa mi fiondo nel tendone trasparente sul piazzale dove c'è la tipica vendita di libri a cui io non so assolutamente resistere.
Per fortuna posso girarci dentro solo un quarto d'ora prima di essere raggiunto dagli allegri compari, quindi il portafoglio-bleeding è limitato ad un solo volume.

Mi faccio guidare da chi conosce la zona meglio di me, quando entro in Triennale avverto una pallida analogia con il MoMa e non sono l'unico, ma è una sensazione sbiadita e lascia un po' di amaro in bocca, preferisco accantonare.

La mostra è sponsorizzata da Vanity Fair che festeggia i 5 anni e l'entrata è piacevomente aggratis (tutta una parola e con due g come dice un mio amico).
Sui muri sono alternate stampe delle fotografie più famose e frasi celebri del fotografo in questione.
Qua e la alcune gigantografie grandi quanto la parete, salta fuori una strana equazione secondo cui più le opere sono grandi più le didascalie sono piccole.
La maggior parte delle persone che mi accompagnano ne sanno di fotografia e ovviamente hanno una visione più dettagliata e "tecnica" della mostra mentre io penso che sia tutto molto fico, guardo le foto, mi avvicino/mi allontano, annuisco e fingo di capire quello che vedo, mi sento quasi un intellettuale.

E' banale dirlo, ma il tizio in questione è indubbiamente un maestro, la maggior parte delle foto sono bellissime, alcune rasentano l'opera d'arte, altre rasentano la carta igenica e mi fanno palesemente schifo, ma stavolta sono abbastanza saggio da tenere i pareri su quest'ultime al guinzaglio del mio neurone.
Vagando tra i corridoi scopro che ha fotografato praticamente tutte le icone dell'ultimo secolo, da Marilyn Monroe a Andy Warhol, dalla Loren a Schwarzenegger.
Mi fanno particolare invidia le foto sulla Kidman per cui io nutro vera e propria adorazione.

Scopro anche che la foto in cui Ripley tiene Newt in braccio e il fucile nell'altra l'ha fatta lui, io da buon nerd fan di Aliens mi ricordo di averla vista per la prima volta su un servizio di Topolino credo mille anni fa.
A volte ritornano, come diceva Stephen e un altro paio di persone che conosco.
Esco con la solita impressione di essermi perso qualcosa, nel senso che non sono riuscito ad afferrare tutto quello che c'era da capire, ma questo concetto per me è di default e non gli do troppo peso, e poi chi se ne fotte ho passato un bel pomeriggio.

Visto che siamo in giro e relativamente in zona non manca la visita ad Alastor dove sottopongo la mia volontà a stress test per impedirmi di cedere alla nerdaggine e comprare la riproduzione in scala 1:1 della lightsaber viola di Mace Windu.
Evento stupido che però mi ha riportato alla mente il ricordo di un occasione del tutto simile avvenuta oramai diversi anni fa in un luogo ed in un contesto del tutto differenti, ma che ad oggi rimane uno dei miei ricordi più belli.

Oggi c'è il sole.

1 commento:

[KabOOm] ha detto...

Si... però la bionda potevamo invitarla all'aperitivo.